Gli utilizzi della cera d'api nell'antico Egitto-PinviNet

Gli utilizzi della cera d’api nell’antico Egitto tra quotidianità e magia

Come abbiamo visto nell’articolo sul ruolo delle api nella mitologia e simbologia dell’antico Egitto, gli Egizi ritenevano che queste piccole e preziose creature fossero un dono del loro dio più potente e amato: il dio del sole Ra. L’apicoltura era una pratica comune, e il miele veniva utilizzato non solo come dolcificante in cucina, ma anche come principio attivo in medicina e come merce di scambio. Anche la cera aveva tantissimi e diversi utilizzi e oggi voglio raccontarti quali.

Perché, per gli antichi Egizi, la cera d’api era una sostanza speciale?

Nell’antico Egitto, la cera d’api era ritenuta una sostanza preziosa e dalle proprietà magiche. Questa credenza derivava in gran parte dalle sue caratteristiche fisiche uniche.

La cera, infatti, è idrorepellente, non scolorisce nel tempo e può essere facilmente rimodellata. Esposta alla luce del sole, può sciogliersi o cambiare forma. Quando brucia, inoltre, la cera d’api emana una luce brillante e senza lasciare residui di cenere.

Non a caso, diversi documenti storici rivelano che gli Egizi consideravano la cera, al pari del miele, un dono del loro dio Ra.

Sebbene non ci siano testimonianze dirette su come venisse raccolta la cera, è certo che il suo impiego andava oltre la semplice realizzazione di candele per l’illuminazione. Veniva infatti ampiamente utilizzata in contesti religiosi, in medicina e come materiale versatile in diverse arti e mestieri.

Gli utilizzi quotidiani della cera d’api nell’antico Egitto

L’utilizzo della cera d’api nell’antico Egitto era estremamente variegato e rivelava l’ingegnosità di questa antica civiltà. La cera d’api forniva agli Egizi un materiale utile per una vasta gamma di applicazioni:

Per la produzione di candele

Antichi rilievi mostrano scene in cui gli Egizi usavano candele di cera d’api, un chiaro segno dell‘importanza della cera come fonte di luce.

In medicina

Il Papiro Ebers, risalente al 1550 a.C., documenta l’uso della cera d’api come componente principale in unguenti e creme medicinali, efficaci nel trattamento di ustioni, ferite e dolori articolari.

Come colla

Un esempio che dimostra l’efficacia di questa sostanza come collante è rappresentato dalle falci egizie, le cui lame venivano fissate al manico proprio tramite la cera d’api. 

Per realizzare stampi

Sono stati ritrovati diversi vasi di rame – risalenti come minimo al 3500 a. C – realizzati attraverso il processo di fusione a cera persa*. Si tratta dei più antichi oggetti conosciuti realizzati con questa tecnica. 

Come finitura protettiva

Grazie alle sue proprietà idrorepellenti, la cera veniva usata per impermeabilizzare e decorare le barche, oltre che come finitura protettiva in pitture tombali e altri manufatti di valore.

Nei dipinti

Gli egizi impiegavano la cera come legante nei pigmenti o come strato protettivo sui dipinti per conservarli nel tempo.

In aggiunta, alcuni dipinti ritrovati risalenti all’epoca romana sono stati prodotti con la pittura a encausto, una tecnica che permetteva agli artisti di creare ritratti espressivi con colori vivaci e duraturi miscelando i pigmenti con cera, uova e olio di lino.

Per modellare parrucche ribelli

Le parrucche egizie, spesso realizzate con intricati riccioli, venivano modellate e fissate usando cera fusa che, una volta raffreddata, manteneva i capelli nella forma desiderata.

Sulle mummie

Un uso affascinante della cera d’api era nella mummificazione, dove veniva applicata su viso, schiena e cosce delle mummie femminili, probabilmente per conservare la pelle.

Gli utilizzi della cera d’api nella magia nell’antico Egitto

Nell’antico Egitto, la cera d’api era ben più di un semplice materiale utilizzato nella vita di tutti i giorni; rappresentava un elemento intriso di significato magico e spirituale, ed era essenziale nelle pratiche rituali e nella simbologia religiosa.

Le sue proprietà uniche, come la capacità di bruciare senza lasciare cenere, erano viste come simboli potenti di purificazione e trasformazione, particolarmente rilevanti in rituali mirati a influenzare il mondo spirituale e a produrre cambiamenti nel mondo fisico.

Creazione di figurine in cera

Uno degli usi più noti della cera d’api in ambito magico era la creazione di figurine o effigi. Queste venivano spesso impiegate in rituali finalizzati a sottomettere o distruggere nemici.

Il papiro Salt 825**, ad esempio, fornisce dettagli su come utilizzare figure di cera per “uccidere il nome di Seth”, il dio del caos e della distruzione. Si riteneva che bruciando queste figure, fosse possibile eliminare l’influenza negativa dell’individuo o dell’entità rappresentata.

Simbolismo e riti di resurrezione

La cera d’api giocava un ruolo simbolico anche nella resurrezione e nella vita dopo la morte.

Figure di cera raffiguranti animali sacri, quali l’ippopotamo o il benu (fenice egizia), venivano posizionate accanto ai corpi mummificati per facilitare la resurrezione del defunto.

Allo stesso modo, scarabei di cera erano spesso collocati tra le bende delle mummie come simboli di rinascita.

La leggenda del sacerdote Aba-aner

La magia della cera d’api è presente anche nella mitologia egizia. Un esempio è la leggenda del sacerdote Aba-aner, riportata nel papiro di Westcar, una collezione di racconti del Medio Regno (circa 2055-1650 a.C.).

Aba-aner, un influente sacerdote vissuto durante la Terza Dinastia intorno al 2830 a.C., era rinomato per la sua abilità nella creazione di statuine di cera d’api che venivano poi impiegate per scopi magici.

La storia narra che Aba-aner, venuto a conoscenza dell’infedeltà della moglie, decise di vendicarsi sfruttando i suoi poteri magici. Per questo motivo, creò una statuetta a forma di coccodrillo utilizzando la cera d’api e le conferì un incantesimo speciale.

L’obiettivo di Aba-aner era far sì che la statuetta, non appena entrata a contatto con l’acqua, si trasformasse in un vero coccodrillo. Non appena terminata, Aba-aner gettò quindi la statuetta di cera nell’acqua, nel luogo dove l’amante di sua moglie stava nuotando.

Magicamente la statuetta prese vita, trasformandosi in un vero coccodrillo che afferrò l’uomo e lo trascinò sott’acqua, dove rimase per sette giorni.

Al settimo giorno, Aba-aner invitò il faraone a presenziare a questo straordinario evento. Di fronte al sovrano, richiamò il coccodrillo, che emerse dall’acqua con l’uomo ancora nella sua bocca.

Aba-aner afferrò il coccodrillo, che tornò a essere una semplice statuetta di cera.

Spiegando quanto accaduto, Aba-aner rivelò al faraone il suo piano. Quest’ultimo, colpito dalla magia e dall’astuzia di Aba-aner, condannò l’amante al suo destino, permettendo al coccodrillo di “prendere ciò che gli spettava e andarsene”.

Quando la statuetta di cera venne nuovamente gettata nell’acqua, questa si animò di nuovo, afferrò l’amante e scomparve sott’acqua, portandoselo via con sè per sempre.

Note:

*Il processo di fusione a cera persa è una tecnica di colatura del metallo che prevede l’utilizzo di un modello in cera per creare una forma dettagliata, che viene poi ricoperta di argilla o altro materiale refrattario; una volta che la cera viene sciolta e allontanata, lo spazio vuoto viene riempito con metallo fuso per formare la scultura finale.

** Il papiro Salt 825 è un antico documento del 300 avanti Cristo che fa parte di una preziosa collezione di papiri conservata al British Museum.

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