La propoli: cos’è, a cosa serve e perché le api la producono

Oggi volevo raccontarti cos’è la propoli: un prodotto dalle proprietà incredibili che le api ci regalano in abbondanza. Fin dall’antichità, la propoli è nota per i suoi effetti benefici sulla salute umana, ma non solo. Si narra, ad esempio, che la vernice usata dal liutaio Stradivari, nel suo laboratorio di Cremona, fosse a base di propoli e che proprio grazie a questa vernice i suoi pregiati strumenti musicali riuscissero a riprodurre tonalità sonore uniche al mondo.

Che cos’è la propoli

Le api producono la propoli per la protezione dell’alveare a partire dall’elaborazione di sostanze resinose che raccolgono sulle gemme e sulla corteccia degli alberi.

Le piante producono questa sostanza per difendere le loro gemme e i loro germogli da alcuni microorganismi presenti nell’ambiente, come funghi, batteri e virus. Le api la raccolgono, la portano all’interno dell’alveare e la trasformano in quella che chiamiamo propoli – una sostanza cerosa e resinosa dall’odore aromatico, che va da un colore giallo scuro al nero (le tonalità tra questi due colori possono essere tra le più svariate).

Le api raccolgono questa resina presente sugli alberi perlopiù all’inizio della primavera, verso la fine dell’estate e in autunno, nelle ore più calde del giorno perché con il calore diventa più plasmabile e quindi più facile da prelevare e da lavorare. Non a caso, anche la propoli che ne deriva è appiccicaticcia, resinosa e gommosa quando fa caldo, ma diventa dura e vetrosa con le basse temperature.

Le piante più frequentate dalle api per raccogliere le sostanze resinose sono abeti (rosso e bianco), pini, pioppi betulle, ontani, carpini, olmi, castagni, ippocastani, frassini, susini, ciliegi, querce, salici.

In fase di raccolta, le api impastano la resina con cera e saliva creando delle piccole palline che, con le stesse cestelle presenti sulle loro zampette posteriori utilizzate per raccogliere il polline, trasportano all’interno dell’alveare.

A differenza delle pallottole di polline, quelle di propoli sono più piccole e più pesanti e l’ape bottinatrice (si chiama così l’ape addetta alla raccolta di nettare, polline e propoli) impiega molto più tempo per assemblarle. A volte deve persino interrompere il lavoro per tornare all’alveare a sfamarsi. Inoltre, nel trasportare la propoli deve tenere le zampette divaricate per non appiccicarle.

Al rientro nell’alveare, le altre operaie aiutano la bottinatrice a disfarsi del carico di propoli, un’operazione che può richiedere anche diverse ore.

Perché le api fanno la propoli

Le api producono e usano la propoli per tre principali motivi:

  1. per tappare i buchi e le fessure dell’alveare
  2. per ripulire l’alveare da corpi estranei
  3. per igienizzare l’alveare

Per tappare i buchi e le fessure dell’alveare

Devi sapere che le api hanno la fobia degli spazi vuoti. All’interno di un alveare tutto è organizzato e predisposto per il massimo funzionamento e gli spazi vuoti non sono previsti. Pertanto, se per caso ci sono spifferi o fessure, le api si attivano immediatamente usando la propoli come se fosse una sorta di stucco per attaccare fra di loro le varie parti dell’arnia e per renderla sigillata, ai fini di mantenere il calore interno.

La propoli viene anche usata dalle api per restringere l’ingresso che porta dentro l’alveare. Non a caso la parola propoli deriva dal greco pro (che significa davanti) e polis (che significa città) per indicare, appunto, il materiale usato dalle api come barriera all’ingresso dell’alveare (città delle api) per ridurne le dimensioni, proteggendo così la città-alveare da eventuali predatori.

Per ripulire l’alveare da corpi estranei

Dicono che i sacerdoti dell’antico Egitto utilizzassero la propoli per mummificare le salme dei faraoni. Forse lo avevano imparato osservando le api, che hanno l’abitudine di imbalsamare i cadaveri degli animali (o comunque corpi estranei) che finiscono all’interno dell’alveare e che sono troppo grossi per essere trasportati fuori.

In realtà lo fanno non per venerarli nei millenni a venire come nel caso dei faraoni, ma per evitare il diffondersi di epidemie causate dalla decomposizione. Per questo motivo tutto ciò che è estraneo all’alveare, e che le api non riescono a sminuzzare e trascinare fuori, lo propolizzano (lo ricoprono con la propoli).

Un classico esempio è la “sfinge testa di morto”, una farfalla furbetta che si intrufola tra le api camuffandosi per mangiare il loro miele. Se, e non appena, le api la scoprono, la uccidono immediatamente e la mummificano, rivestendola completamente di propoli.

Per igienizzare l’alveare

Gli oli essenziali e le sostanze balsamiche contenute nella propoli hanno proprietà antibatteriche e antifungine molto importanti anche per la salute delle famiglie di api.

Le api, infatti, oltre che per tappare buchi e fessure e per imbalsamare corpi estranei ingombranti, usano la propoli anche per rinforzare e irrobustire le diverse parti del nido, incluse le celle destinate alle uova della covata. Rivestendo di propoli le pareti del nido e dell’alveare le aiuta a sterilizzare e igienizzare l’ambiente interno – un luogo piccolo, chiuso e affollato (in ogni arnia ci sono centinaia di migliaia di api!).

Purtroppo, la propoli non basta per proteggere le api da tutte le malattie e dai parassiti che oggi minacciano la loro sopravvivenza, ma sicuramente è di aiuto per l’apicoltore, che invece interverrà in caso di complicazioni o malattie gravi.

La composizione chimica della propoli

La composizione chimica della propoli varia in base alle zone di raccolta, alla specie da cui viene raccolta, al periodo di raccolta, al clima, e così via. Basti pensare che laboratori di ricerca hanno individuato nella propoli oltre 200 sostanze!

Mediamente, si può dire che la propoli contiene:

ComponentePercentuale nella propoli
• resine e balsami 50-55%
• cera 30%
• oli essenziali e sostanze volatili 10-15%
• polline 5%
• sostanze organiche minerali 5%

Gli utilizzi della propoli

I benefici della propoli per la salute

La propoli è impiegata da tempo con successo sia in medicina, sia in ambito veterinario. Si può usare pura, in grani o in polvere, in sciroppo, in soluzione alcolica, come pomata o unguento.

Nello specifico, è utile per trattare le affezioni delle prime vie respiratorie, per l’igiene della bocca, per contrastare gengiviti e stomatiti. Aiuta anche a prevenire disturbi intestinali.

In dermatologia serve come cicatrizzante e aiuta in caso di eczemi, verruche, calli, ustioni e micosi.

Ha anche delle proprietà immunostimolanti (aumenta la formazione di anticorpi nell’organismo) e antivirali (aiuta a combattere i virus influenzali).

Ecco, in sintesi, le principali proprietà benefiche della propoli:

  • antiossidante
  • antibiotica
  • antiprotozoica
  • antimicotica
  • antivirale
  • anestetizzante
  • cicatrizzante (e stimolante nella rigenerazione dei tessuti)
  • immunostimolante (possibile azione inibente la crescita delle cellule tumorali)

E inoltre:

  • stimola la rigenerazione delle ossa e delle cartilagini
  • riduce la fragilità dei capillari

Mi raccomando però! Consulta sempre un medico o uno specialista in terapie naturali prima di iniziare una cura con la propoli! Talvolta, in persone ipersensibili la propoli potrebbe causare fenomeni allergici.

La propoli in agricoltura

La propoli può essere efficacemente impiegata in agricoltura come fitofarmaco contro i parassiti animali e vegetali delle piante. Questo vale ovviamente anche per orto e giardino.

In particolare, la propoli è un ottimo antibiotico naturale per contrastare alcuni funghi e batteri, e  inoltre stimola le autodifese delle piante.

La propoli è efficace contro la bolla del pesco, la monilia (un fungo che colpisce albicocco, ciliegio, mandorlo e susino), e contro la ticchiolatura del pero e del melo.

Viene preparata in soluzione acquosa, idroalcolica, alcolica oppure come oleato e può essere utilizzata da sola o in combinazione con altri principi attivi come silicato di sodio o zolfo. Per combattere lo iodio della vite e di altre piante, aggiunta allo zolfo ne potenzia l’efficacia.

Aggiungendo invece della cera, diventa un’ottima pomata cicatrizzante per proteggere le ferite da potatura da attacchi fungini e altre patologie del legno, nonché dagli agenti atmosferici.

La propoli ci aiuta anche la conservazione della frutta! Lavando delle mele raccolte con una soluzione idroalcolica e poi conservandole, è stato osservato che si mantenevano più sode e con un aspetto più fresco.

Infine, anche gli animali traggono benefici grazie alla propoli. Aggiunta al mangime, ad esempio, delle galline, pare abbia effetti positivi sulla deposizione delle uova.

La vernice di propoli

Come ti ho anticipato nell’introduzione, la propoli viene utilizzata fin dai tempi antichi per la preparazione di vernici ecologiche e atossiche da usare su legno, cuoio, ferro e altri materiali.

Già nel 700, infatti, pare fosse utilizzata a Cremona dal maestro Stradivari per costruire i suoi famosissimi violini, e tutt’oggi la tradizione viene portata avanti dai maestri liutai locali. Gli artigiani del cuoio, invece, pare impiegassero la vernice di propoli per rifinire le selle dei cavalli.

La vernice di propoli si ottiene sciogliendo la popoli in alcol etilico e filtrando la soluzione ottenuta. Una soluzione che può essere usata così com’è, oppure mescolata (a caldo) con olio di lino cotto e cera.

Questa miscela, chiamata vernice di Russia, va fatta rispettando le seguenti dosi:

  • 1 parte di propoli,
  • 1/2 parte di cera,
  • 2 parti di olio di lino.

La vernice di propoli è ottima per tutti i prodotti in legno grezzo perché preserva il legno e gli conferisce un bel colore giallo.

Molti apicoltori la usano per verniciare le loro arnie. Questo perché è un prodotto naturale che rispetta e protegge le api, riutilizzando una risorsa da loro prodotta. Peraltro, le vernici sintetiche e, in generale, tutte le sostanze tossiche sono assolutamente da evitare in un apiario!

Per quanto riguarda il ferro, invece, la vernice di propoli serve a proteggerlo dalla ruggine.

Come avviene la raccolta della propoli

La raccolta della propoli avviene in diversi modi. Il modo più semplice e naturale è quello di toglierla raschiandola via dalle pareti e dalle zone dove è in eccesso.

Come ti ho già spiegato, infatti, le api hanno la tendenza a riempire ogni fessura all’interno dell’alveare. L’asportazione dell’eccesso di propoli quindi va fatta comunque, perché a lungo andare diventa troppo ingombrante.

Quanto costa la propoli

Grazie alle sue eccezionali proprietà benefiche, la propoli è sempre più richiesta per il mercato farmaceutico, dell’erboristeria, ma anche della cosmesi. Il prezzo della propoli biologica si aggira intorno ai 100-110 euro al kg. Considera che ogni alveare produce circa 100 grammi di propoli all’anno.

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