Microorganismi, fiori e api: un ecosistema perfetto

Nell’ultimo articolo ti avevo raccontato di come funziona la straordinaria cooperazione tra i fiori e le api, e le conseguenze dei cambiamenti climatici su questo fragile equilibrio. Oggi volevo continuare il discorso parlandoti dei microorganismi. Un argomento che ho avuto modo di approfondire in occasione del 36° congresso di apicoltura professionale di Grosseto, grazie ad un intervento di Enrico Ercole, biologo naturalista e ricercatore dell’Università di Torino (Unito).

Cosa sono, dove si trovano e a che cosa servono i microorganismi

Pur essendo invisibili all’occhio umano, i microorganismi (organismi viventi con dimensioni inferiori a 0,1 mm) sono presenti ovunque e, come cercherò di spiegarti oggi, hanno un ruolo molto importante all’interno dei nostri ecosistemi.

Possiamo trovare i microorganismi nelle piante, negli insetti, nei mammiferi … persino noi esseri umani abbiamo un microbiota che regola il nostro metabolismo e le risposte del nostro sistema immunitario.

Che cos’è un microbiota? Si chiama microbiota l’insieme di tutti i microorganismi (principalmente funghi e batteri) che vivono sopra e dentro ad altri organismi (pluricellulari).

I ricercatori hanno capito l’estrema importanza di queste specie nei processi ecologici e, grazie ai progressi della scienza e alle nuove tecniche di osservazione, stanno dedicando sempre più tempo e risorse a studiare queste comunità.

I microorganismi nei fiori

La presenza dei microorganismi in natura non è casuale. Essi si sono evoluti insieme ai fiori e agli insetti impollinatori, creando comunità variegate e complesse, e mettendo in essere tutta una serie di attività di cooperazione concatenate e a cascata.

A seconda del tipo di fiore, nel nettare e nel polline che quest’ultimo produce troviamo microorganismi diversi, anche se vi è solitamente una composizione base comune a tutti i fiori, con la predominanza di determinati batteri e funghi.

Un ruolo particolarmente importante lo svolgono i lieviti. Non il classico lievito di birra, quello che tutti conosciamo, ma lieviti specifici che vivono esclusivamente nei fiori.

Tra questi, in particolare, spicca il lievito Metschnikowia, presente in abbondanza nel nettare di tutti i fiori dell’emisfero boreale (la parte del pianeta in cui si trova anche il nostro Paese) e molto utile a fiori e api. E adesso ti spiego perché…

L’importanza dei microorganismi per l’impollinazione

Ai fini del servizio di impollinazione che le api fanno per i fiori, i microorganismi svolgono un ruolo fondamentale, e in particolare i lieviti.

Il Metschnikowia e gli altri lieviti, infatti, mangiano gli zuccheri presenti nel nettare e, mentre li digeriscono, emanano dei composti organici (dei profumi) che attraggono le api.

La capacità delle api di trovare i fiori da impollinare basandosi solamente sulla vista è molto limitata. È vero che esse vedono determinati colori, tra cui gli ultravioletti, e che i fiori mandano loro precisi segnali visivi che noi non vediamo, ma nelle api è molto più sviluppata la parte del cervello dedicata alla percezione delle molecole e delle segnalazioni chimiche.

I microorganismi, quindi, sono fondamentali perché segnalano alle api la presenza di nettare fertile, inducendole a visitare e ad impollinare i fiori. Quando però in agricoltura i fiori vengono sterilizzati con trattamenti chimici, i microorganismi muoiono, e le api sono meno attratte e di conseguenza andranno a nutrirsi altrove.

L’importanza dei microorganismi per il benessere delle api

I microorganismi contenuti nel nettare e nel polline dei fiori sono importanti anche per la salute delle api.

Le api, infatti, contrariamente a quanto si crede, non si nutrono solo di nettare e di polline, ma anche di questi microorganismi. Ne hanno bisogno per le loro proprietà antimicrobiche e antimicotiche, e perché le aiutano a contrastare alcune patologie che si sviluppano all’interno dell’alveare.

I microorganismi (e gli amminoacidi che contengono) sono anche una fonte di nutrimento molto importante per le larve.

I lieviti poi, e in particolare il Metschnikowia, predigeriscono il polline di cui le larve si nutrono, consentendone la fermentazione. Il polline così fermentato si trasforma in “pane delle api” e libera le sostanze necessarie per far crescere le larve sane e forti. Senza la fermentazione, invece, le larve non riescono ad assorbire i nutrienti del polline con gravi conseguenze sul loro sviluppo.

Infatti, studiando gli effetti del polline, i ricercatori hanno notato che quando il polline è sterile (privo di questi microorganismi) le larve non aumentano di peso normalmente e rimangono più piccole. In più si allungano i tempi di sviluppo della larva (si passa dai 20 ai 30 giorni circa).

Conclusioni

In un’epoca, quella nostra, in cui le api rischiano l’estinzione, la conservazione dei microorganismi, come avrai già intuito, diventa determinante.

Determinante per proteggere le api e gli altri insetti impollinatori;

Determinante per il servizio di impollinazione che svolgono questi insetti, senza il quale il 70% della produzione agricola scomparirebbe;

Determinante per la conservazione della biodiversità e della fertilità dei nostri suoli.

L’agricoltura ha oggi un forte impatto negativo sull’ambiente. Le attuali pratiche agricole, caratterizzate da un uso smisurato e irresponsabile di insetticidi, fungicidi, pesticidi – e chi più ne ha più ne metta! – hanno un effetto devastante sul nostro pianeta.

Sarebbe bello invece prendere esempio dalle api, che mettono l’interesse e il benessere di tutta la comunità sempre al primo posto. Come? Magari ripensando al modo di fare agricoltura. Un modo più sostenibile e responsabile, grazie ad un’agricoltura simbiotica che prevede l’uso della microbiologia positiva (funghi, batteri e lieviti) con benefici per l’ambiente, la natura, gli animali, e anche per i prodotti finali.

Una coltivazione naturale e senza l’utilizzo di sostanze chimiche, che protegga equilibri che la natura ha impiegato milioni di anni a creare, e che l’uomo ha distrutto quasi del tutto, solo nell’ultimo ventennio.

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