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ToggleLe api hanno sempre occupato un posto speciale nell’immaginario collettivo umano, e la Cina non fa eccezione. Nella tradizione cinese queste preziose creature non erano solo una fonte di miele, ma rappresentavano un legame profondo con il mondo naturale, intrecciandosi con miti, credenze e abitudini quotidiane.
Oggi ci immergeremo in un viaggio suggestivo per scoprire insieme questo universo ricco di simboli e tradizioni, in cui le api hanno saputo ispirare poeti e arricchire la vita delle comunità, lasciando la loro impronta in una civiltà millenaria unica e straordinaria.
Miti e leggende delle api nell’antica Cina
La Cina antica pullula di storie che celebrano il fascino delle api.
Una delle leggende più straordinarie racconta di api giganti che abitavano il monte K’un-lun. Lunghe oltre tre metri, queste creature mitiche erano dotate di un pungiglione talmente potente da poter uccidere un elefante con una sola puntura.
Secondo un’altra credenza popolare, le “api da terra” erano in grado di addestrare i bruchi a trasformarsi in giovani api. Un racconto che testimonia come spesso mondo naturale e immaginazione si intrecciassero in una visione in cui il confine tra realtà e mito era volutamente sfocato.
Anche gli sciami avevano un significato speciale. Nella regione meridionale di Yau-yue, il giorno in cui le api sciamavano era considerato di buon auspicio. Le famiglie annotavano questi eventi per scegliere date propizie per matrimoni, nuovi progetti o altri momenti importanti della vita.
Insomma, con il loro ronzio, le api sembravano suggerire agli uomini il momento perfetto per agire.
Il simbolismo mistico delle api nella spiritualità cinese
Nella tradizione cinese, il confine tra uomo e natura era molto sottile. Api e uomini erano visti come parte di un unico flusso vitale, animato dalle forze complementari dello yin, associato al lato oscuro e passivo, e dello yang, simbolo di luce e azione. Questo pensiero emerge nei racconti popolari, dove le trasformazioni tra uomini e insetti simboleggiano l’interconnessione profonda tra tutte le forme di vita.
Inoltre, grazie alla loro capacità organizzativa e produttiva, le api erano considerate creature di straordinaria saggezza. Si credeva che fossero dotate di un’intelligenza superiore, capace di entrare in sintonia con le forze cosmiche e persino di comunicare con il Creatore.
Le api nella letteratura cinese
Le prime testimonianze sulle api in Cina risalgono all’Erh Ya, un’opera che i cinesi collocano nel XII secolo a.C.
In questa lingua antica, il termine fêng poteva indicare sia le vespe che le api, ma la distinzione veniva fatta attraverso qualificativi aggiuntivi. Ad esempio, espressioni come mi-fêng (ape da miele) o jia-fêng (ape domestica) venivano utilizzate per distinguere le api mellifere dagli altri insetti simili.
Nei secoli successivi, il miele iniziò ad apparire nella letteratura non solo come alimento, ma anche come prezioso rimedio medicinale. Il poeta Guo Pu (276–324 d.C.) ha dedicato persino una poesia al miele, celebrandone le virtù e sottolineando quanto già all’epoca fosse considerato un dono prezioso della natura.
Nel Compendio di Materia Medica (Běncǎo Gāngmù), una delle opere più complete della medicina tradizionale cinese del XVI secolo, il miele è apprezzato per le sue proprietà terapeutiche. È considerato efficace per tonificare il qi (energia vitale), alleviare il dolore, eliminare le tossine e contrastare la secchezza, ed è spesso utilizzato per trattare tosse, mal di gola, costipazione e ulcere gastriche.
L’apicoltura tra tradizione e superstizione
L’apicoltura nell’antica Cina era una pratica rudimentale ma diffusa. I contadini costruivano alveari con cesti di vimini ricoperti di fango e posizionati sulle pareti delle case, spesso a un’altezza considerevole. Tuttavia, l’estrazione del miele richiedeva la distruzione dell’intero alveare, mostrando come la sostenibilità fosse già allora lontana dall’essere compresa.
Tra le superstizioni più singolari vi era l’idea che le api comprendessero il cinese: si racconta di apicoltori che, per catturare sciami, si rivolgevano agli insetti nella loro lingua, con un tono gentile e persuasivo, convinti che gli insetti avrebbero risposto positivamente.
Inoltre, la rotazione dei favi dopo la morte del proprietario della casa era un rito diffuso, probabilmente per scongiurare eventi sfortunati. Questo gesto simboleggiava un cambiamento necessario per ristabilire l’equilibrio nella famiglia.
Un’eredità dimenticata
Le api rappresentano un esempio affascinante di come l’antica Cina percepisse il mondo naturale: un’entità viva, complessa e interconnessa.
Nella visione tradizionale cinese, uomo e natura erano parte di uno stesso equilibrio (com’è giusto che sia), e le api incarnavano questo legame con la loro organizzazione perfetta e il loro instancabile lavoro.
Riflettere su questo rapporto antico ci porta inevitabilmente a confrontarlo con la realtà odierna. In Cina, come in molte altre parti del mondo, l’equilibrio tra sfruttamento e rispetto è spesso stato spezzato. Le api, un tempo simbolo di armonia e spiritualità, oggi sono frequentemente trattate come risorse da sfruttare, perdendo quel valore simbolico e culturale che le legava profondamente alla vita umana.
Ricordare le storie e le tradizioni dell’antica Cina potrebbe ispirare una nuova consapevolezza, permettendoci di vedere le api non solo come produttrici di miele, ma come alleate preziose e custodi di un equilibrio fragile che dovremmo tutti impegnarci a proteggere.
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Fonti:
Copywriter ed esperta in comunicazione e marketing digitale. Per professione sono curiosa e appassionata di tutto quanto riguarda l’innovazione tecnologica, nel tempo libero invece mi dedico all’apicoltura e alla vita di campagna.