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ToggleOgni anno, l’iniziativa M’illumino di meno ci invita a riflettere sull’importanza del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, sottolineando come ridurre l’inquinamento luminoso possa avere effetti positivi sull’ambiente.
La luce artificiale nelle città, e sempre più spesso anche in campagna, ha conseguenze profonde anche sulla fauna selvatica perché altera i ritmi naturali e il comportamento di numerose specie animali. Ma cosa succede davvero quando la notte non è più buia?
Il buio come risorsa naturale
Gli esseri umani si affidano principalmente alla vista per esplorare e comprendere il mondo che li circonda.
La luce ci guida nelle nostre attività quotidiane e ha influenzato profondamente il modo in cui abbiamo modificato il paesaggio per renderlo più accessibile ai nostri occhi, eliminando il buio naturale in molti ambienti e creando scenari artificialmente illuminati che si discostano sempre più dai cicli della natura.
Ma se per noi la luce è sinonimo di sicurezza e controllo, per molti animali il buio è una risorsa essenziale per la sopravvivenza.
Gli ecosistemi notturni seguono cicli naturali ben definiti, in cui ogni specie ha sviluppato strategie di adattamento alla vita nel buio. I predatori dipendono dall’oscurità per cacciare in modo efficace, sfruttando il vantaggio del mimetismo e della sorpresa. Alcuni insetti notturni, come le lucciole, usano segnali luminosi per comunicare e riprodursi, mentre molte altre specie si affidano alle luci naturali della luna e delle stelle per orientarsi.
L’illuminazione artificiale interrompe questi delicati equilibri, alterando il comportamento degli animali e trasformando la notte in un ambiente potenzialmente ostile per queste creature.
Gli insetti disorientati a causa della luce artificiale
Uno degli esempi più evidenti degli effetti dell’inquinamento luminoso riguarda le falene e altri insetti notturni.
Questi animali usano la luce della luna e delle stelle come punti di riferimento stabili che li aiutano a volare in linea retta.
Quando vedono una luce artificiale più vicina, come un lampione, la confondono con la luna. Nel cercare di mantenere la luce artificiale sempre allo stesso angolo, dato che quest’ultima è molto più vicina della luna finiscono per girarle intorno in cerchi sempre più stretti, fino a restare intrappolati.
Questo comportamento li porta spesso a esaurire le energie prima di riuscire ad allontanarsi, rendendoli prede facili per pipistrelli e altri predatori notturni.
Non bastasse, la concentrazione di insetti intorno alle luci artificiali altera l’equilibrio naturale, perché riduce la presenza di impollinatori nei loro habitat abituali. Questo fenomeno può compromettere la riproduzione delle piante che dipendono da loro, incidendo negativamente sulla biodiversità. Ovviamente, anche i predatori che si nutrono di questi insetti vedono ridotta la loro disponibilità di cibo, innescando una catena di effetti a cascata sull’intero ecosistema.
L’inquinamento luminoso e il declino delle lucciole
Chi non ha mai ammirato il meraviglioso spettacolo notturno delle lucciole? Nelle serate estive, queste affascinanti creature trasformano i prati e i boschi in scenari incantati con il loro bagliore intermittente.
Le lucciole sono piccoli coleotteri che emettono segnali luminosi per comunicare tra loro e attirare i partner durante la stagione degli amori. Le luci artificiali le confondono e le disorientano, impedendo loro di riprodursi e, di conseguenza, diminuendo drasticamente la loro popolazione, con un impatto negativo sulla biodiversità.
Diminuire l’illuminazione esterna, scegliendo luci schermate e temporizzate, può restituire alle lucciole il loro habitat naturale e a noi, la possibilità di continuare ad ammirarle.
Gli insetti acquatici e l’inganno della luce
L’inquinamento luminoso non colpisce solo gli insetti terrestri, ma anche quelli acquatici. Molti insetti che vivono in ambienti d’acqua dolce – come efemerotteri, tricotteri e plecotteri – usano il riflesso della luna sull’acqua per individuare il luogo in cui deporre le uova.
Tuttavia, le luci artificiali possono confonderli, inducendoli a deporre le uova su superfici sbagliate, come strade, vetri o altri materiali riflettenti. Questo errore riduce drasticamente la loro capacità di riprodursi e può compromettere intere popolazioni.
Fondamentali per la salute degli ecosistemi acquatici, questi insetti forniscono cibo per pesci, anfibi e uccelli e contribuiscono al ciclo dei nutrienti. La loro scomparsa può avere ripercussioni significative sulla catena alimentare, riducendo la biodiversità e alterando l’equilibrio di fiumi e laghi.
Il giardino notturno: un’oasi di buio
Per ridurre l’impatto dell’inquinamento luminoso, possiamo adottare semplici accorgimenti anche nei nostri giardini. Ad esempio riducendo l’uso delle luci esterne, optando per illuminazione schermata e direzionata verso il basso, evitando luci troppo intense o a spettro blu, e installando timer o sensori di movimento per limitare l’accensione solo quando necessario. Con questi accorgimenti possiamo mantenere un ambiente più naturale per gli animali notturni e, contemporaneamente, ridurre il consumo energetico.
E se spegnere la luce per qualche ora significasse scoprire la magia di un gufo in volo o il bagliore di una lucciola? Forse vale la pena provare.
Nel buio ritrovato, possiamo anche lasciarci incantare dalla volta celeste che si svela in tutta la sua grandezza: costellazioni scintillanti, pianeti luminosi e il flebile bagliore della Via Lattea che tornano a dominare il cielo notturno, regalandoci uno spettacolo senza tempo.
Quest’anno, in occasione di M’illumino di meno, spegnere una luce può significare accendere la consapevolezza. La notte appartiene anche agli animali: aiutiamoli a ritrovare l’oscurità di cui hanno bisogno per vivere e prosperare.
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Copywriter ed esperta in comunicazione e marketing digitale. Per professione sono curiosa e appassionata di tutto quanto riguarda l’innovazione tecnologica, nel tempo libero invece mi dedico all’apicoltura e alla vita di campagna.