Alta fino a trenta metri e ombrelliforme, ragione per cui è conosciuta anche come Parasol, la Robinia (pseudo acacia) è una pianta di grande importanza per il nostro ecosistema naturale.
Questo albero molto robusto e molto diffuso è giunto a noi nel XVII secolo dall’America Settentrionale. Il nome deriva da quello dell’erborista Jean Robin che, mentre era a servizio del Re di Francia Enrico IV, provò a piantarne un seme e lo vide trasformarsi in un alberello.
Fu così che questa specie, prima sconosciuta, attecchì e si sviluppò molto rapidamente, al punto che in alcune zone è diventata persino infestante, data la sua capacità di adattamento e la facilità in cui si propaga.
Si tratta di una specie bella e vigorosa, che spesso viene fatta crescere appositamente in luoghi dove serve consolidare il terreno. Le sue radici, infatti, possono agire come sostegno nelle zone in cui sono presenti scarpate o dirupi.
Le proprietà delle foglie di Robinia (pseudo acacia)
Le foglie della Robinia hanno proprietà toniche, emollienti ed antispasmodiche. Tradotto: portano benefici allo stomaco, al fegato, ai mal di testa e alla digestione.
Gli effetti curativi si ottengono utilizzando le foglie in tisana, decotto, o fatte anche macerare nel vino.
Le api e la Robinia… una storia d’amore che rinasce ogni primavera
È giunto il momento di parlare della bellezza e ricchezza primaverile di questa pianta. Tra metà aprile e metà maggio, la robina si riempie di magnifici grappoli di fiori bianchi, simili al glicine. Fiori abbondanti e commestibili con cui è possibile preparare deliziose frittelle (basta raccogliere il grappolo di fiori, impastellarlo e friggerlo).
In alternativa, i fiori di Robinia possono essere utilizzati per arricchire di sapore e profumo frittate, o per preparare gustosi sciroppi.
Questo periodo di primavera è il periodo sacro per la produzione del più conosciuto e prelibato dei mieli: il miele d’Acacia.
I fiori della Robinia sono però anche tra i fiori prediletti delle nostre piccole amiche api. Ricchissime di nettare (anche se non sono fonte di polline), permettono alle api di produrre uno dei mieli unifloreali più buoni e ricercati tra le tante ed eccellenti tipologie di miele italiano.
Di me dicono che sono bella, col faccino dolce, una principessina. Furbetta, ma principessina. Dicono così dicono, è Pinvi che lo dice.