Permacultura: cos’è, a cosa serve, e come iniziare

Oggi ho deciso di raccontarti cos’è la permacultura, un termine che deriva dall’unione delle parole “agricoltura” e “cultura permanente”. Un modo più responsabile e sostenibile di vivere e coltivare, rispettando la natura e il territorio, e valorizzando la biodiversità. La permacultura, insomma, come ecologia applicata.

Ritorno alla natura, autosufficienza, resilienza

Nella mia fattoria, dove da anni pratico diverse forme di homesteading, non ho mai utilizzato prodotti chimici, solo rimedi naturali sia per l’orto, sia per il frutteto. Un atto dovuto non solo per le mie api, ma anche per tutti gli altri impollinatori. Le mie verdure sono sane, saporite e prive di quell’acqua che caratterizza i prodotti della filiera.

Le mie oche e galline, che non allevo per la carne ma “solo” per avere uova fresche, per arricchire il terreno e come guardiane (le oche), da sempre razzolano libere e fanno delle uova che, come colore e sapore, nulla hanno a che vedere con quelle industriali.

Durante la quarantena ho deciso di fare un passo in più e ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della permacultura. Questo perchè la pandemia mi ha spinto a fare una profonda riflessione.

Mi ha ricordato che il ritorno dell’uomo alla natura è l’unico futuro possibile, ma deve essere all’insegna del rispetto e di un beneficio reciproco, non dello sfruttamento.

Mi ha ricordato che avere un pezzetto di terra, anche piccolo, non ha prezzo, ma va progettato attentamente.

Mi ha ricordato che un passo indietro, soprattutto nel nostro rapporto con gli animali, non solo è possibile ma diventa oggi più che mai necessario.

La pandemia mi ha anche ricordato che siamo quello che mangiamo.

Ho quindi iniziato a studiare, e a riprogettare la fattoria all’insegna della permacultura: un sistema totalmente ecologico e orientato al futuro.

Cos’è la permacultura

La permacultura – termine che deriva dall’unione di “agricoltura” e “cultura permanente” – è un metodo di sfruttamento del suolo e delle risorse naturali attento alle conseguenze a lungo termine e alla loro disponibilità.

Lo scopo è quello di tornare all’armonia tra uomo e natura, creando insediamenti umani più sostenibili.

In un paesaggio naturale, ciascun elemento è parte di un insieme più grande, incluso l’uomo. Purtroppo, però, la nostra società si è oggi completamente distaccata dall’ambiente circostante.

Per questo motivo, occorre che l’uomo e la natura ri-tornino a dialogare e che ri-trovino un punto di incontro e un equilibrio, a partire dall’agricoltura e dall’allevamento di animali.

L’erosione del suolo, l’uso indiscriminato di veleni chimici che impregnano i terreni e che inquinano le falde acquifere, le monocolture e gli allevamenti intensivi sono pratiche che non guardano al futuro e che causano solo malattie e inquinamento.

La permacultura, invece, parte dall’osservazione degli equilibri naturali esistenti per creare sistemi ecologicamente ben progettati ed economicamente produttivi. Una metodologia di produzione che prevede una minore quantità di territorio coltivato, ma in modo più produttivo, efficiente ed economico. Oltre che ecologico.

La permacultura è anche una filosofia di vita per chi ama la natura e vuole prendersi cura del pianeta, vivendo in modo più semplice e dedicandosi (nei limiti del possibile) all’autosufficienza.

Tra i principi etici della permacultura:

  • La riduzione dell’erosione del suolo e il ripristino della sua fertilità
  • L‘utilizzo di specie locali per non distruggere gli equilibri naturali
  • L’autosufficienza e una maggiore responsabilità sociale
  • Il riciclo/riutilizzo di tutti gli scarti possibili
  • Il risparmio energetico, grazie anche all’utilizzo di animali e fonti rinnovabili
  • La produzione di cibo anche nelle aree urbane, come si faceva una volta

Perchè fare permacultura

Come ti ho spiegato, la permacultura si basa su colture e produzioni diversificate di piccola scala, ma di alta qualità.

Grazie alla permacultura – a differenza della monocoltura – si rispettano la biodiversità, i cicli che regolano l’ecosistema locale, e la terra che – anziché essere sfruttata – ritrova la sua fertilità originaria.

Ridurre al massimo l’erosione del suolo, lavorare la terra senza rivoltarla incoraggiando l’insediamento di organismi utili come i lombrichi (che aerano il suolo) sono solo alcuni dei vantaggi di questo metodo.

La diversità, infatti, offre ospitalità ad una grande varietà di uccelli, rane e insetti (tra cui le api!), e quindi aiuta a tenere sotto controllo i parassiti.

In questo modo, non sarà più necessario ricorrere a pesticidi (chiamati anche fitofarmaci, forse perché suona meglio) pericolosi per l’ambiente e dannosi per la nostra salute. Nella permacultura, i parassiti diventano fonte di cibo per predatori naturali.

Altro vantaggio è il risparmio energetico, grazie all’impiego di risorse biologiche come piante e animali per svolgere il lavoro ovunque sia possibile.

Come funziona la permacultura

La permacultura funziona grazie ad una progettazione attenta e meticolosa degli elementi da inserire e degli spazi a disposizione.

Capretta in libertà
Galline, maiali e capre sono in grado di dissodare, fertilizzare il terreno, eliminando la vegetazione infestante. Ovviamente vanno fatti entrare solo dove serve, e quando serve.

Tra gli elementi, oltre alla casa, ci sono l’orto, la serra, il semenzaio, il frutteto, lo stagno, gli alveari, il pollaio, la stalla, la cisterna per la raccolta di acqua piovana, la compostiera, le siepi, le lettiere per i lombrichi, ecc.

Affinché ognuno di questi elementi funzioni in modo efficace, deve essere collocato nel posto giusto e deve svolgere quanti più compiti possibili (almeno due).

Come gli elementi elencati sopra, anche gli animali devono inseriti affinché vi sia una associazione benefica e simbiotica, e non competitiva o negativa.

Dove si impara la permacultura

Se vuoi capirne di più di permacultura per vedere se fa al caso tuo, il mio consiglio è quello di iniziare a leggere qualche buon libro.

Libri di permacultura

Personalmente, il primo che ho letto è “Introduzione alla permacultura di Bill Mollison con Reny Mia Slay”.

Esistono in commercio numerosi volumi, ma come primo ho scelto questo perchè lo ha scritto Bill Mollison, il fondatore di questa disciplina. L’ho trovato un buon punto di partenza per capire cosa è la pemacultura, e come funzionano la zonazione e le consociazioni.

Ci sono anche tantissimi consigli e schemi pratici per iniziare. Spiega come predisporre e gestire un’abitazione in funzione della permacultura, quali vegetazioni e colture piantare, e fa anche un’analisi di pro, contro e funzioni dei diversi animali da cortile. 

Ho subito messo in pratica alcuni di questi consigli tra cui la pacciamatura dell’orto con carta e paglia, la riprogettazione del frutteto con gli “swale” (scavi tra gli alberi per immagazinare e ridistribuire l’acqua piovana) e l’inserimento di leguminose per arricchire il terreno di azoto e carbonio (pratica chiamata sovescio). 

Ah, quasi dimenticavo! Una piccola percentuale del prezzo di copertina di questo libro, serve a piantare alberi e sostenere un progetto di riforestazione permanente.

Altro libro che assolutamente dovresti leggere è “La rivoluzione del filo di paglia. Un’introduzione all’agricoltura naturale” di Masanobu Fukuoka”, una Bibbia per chi, come me, sogna uno stile di vita ecosostenibile.

Un’ottima introduzione alla permacultura, in questo caso un pochino più filosofica che pratica, ma comunque un libro fantastico e veramente illuminante. Dopo averlo letto, se ancora non eri convinto, ti appasionerai.

Il “Manuale di permacultura integrale. Imparare a imitare la natura per una nuova economia della felicità” di Saviana Parodi Delfino l’ho comperato per avere un manuale di permacultura applicata alla realtà italiana.

Ti confesso che l’ho appena iniziato, ma appena finito aggiornerò questa recensione. Ad ogni modo l’autrice, una delle massime esperte in Italia, ha raccolto nel volume le sue esperienze, maturate in oltre 30 anni di attività nel nostro paese.

Corsi di permacultura

Se hai letto un po’ di libri ma non ti basta puoi anche decidere di frequentare dei corsi.

In questo caso ti consiglio di dare un’occhiata al sito ufficiale dell’Accademia Italiana di Permacultura, un’associazione che organizza regolarmente seminari, corsi e workshop teorici e pratici in permacultura su tutto il territorio italiano.

Presso l’Accademia è anche possibile conseguire il “Diploma in progettazione di permacultura applicata”, partecipando ad un percorso di apprendimento attivo della durata di due anni. 

Come iniziare a fare permacultura

Come ti ho già anticipato, per iniziare a fare permacultura devi innanzitutto partire dalla progettazione.

Per progettare dovrai darti degli obiettivi, identificando le potenzialità del luogo attraverso lo studio e l’osservazione del paesaggio esistente.

Dovrai analizzare il clima locale, la disposizione di acqua (precipitazioni, drenaggio e ritenzione idrica del terreno), il vento, la tipologia di terreno, la vegetazione esistente, gli spazi di sole/ombra.

Dovrai quindi fare un elenco degli elementi da introdurre (o ottimizzare) considerando per ciascuno forma (tipologia, dimensioni, ciclo vegetativo), esigenze (habitat, zona climatica, terreno ideale) e utilizzo (a scopi alimentari, medicinali, legname, etc).

A questo punto dovrai cercare di suddividere lo spazio che hai a disposizione in zone.

La Zona Zero è la casa, la Zona Uno è quella nelle immediate vicinanze, e man mano che ti allarghi prosegui con la numerazione.

Ecco a grandi linee cosa inserire nelle diverse zone:

  • Zona 1: orto, officina, vivaio, piccoli animali, compostiera, erbe aromatiche e tutti quegli elementi più utilizzati e che quindi richiedono un maggiore controllo
  • Zona 2: frutteto, siepi, animali più grandi
  • Zona 3: alberi da frutta che non necessitano particolare manutenzione ed eventuale pascolo
  • Zona 4: questa è una zona semiselvaggia e che richiede poche cure, con frutti selvatici e alberi
  • Zona 5: zona lasciata allo stato naturale

Il concetto è quello di disporre i diversi elementi in base alla frequenza di uso e manutenzione. In pratica più tempo ci devi passare, più devono essere vicini!

Cerca anche di distribuire i raccolti nel tempo, in modo che in ogni stagione ci siano dei prodotti grazie a varietà diverse, piante a maturazione precoce/tardiva e specie con produzione a scalare.

Ricordati inoltre che devi inserire specie cooperative, quindi specie non si danneggiano tra loro a vicenda.

A questo punto prepara il terreno con una pacciamatura a tappeto. È una delle cose che adoro della permacultura! La possibilità piantare senza spaccarsi la schiena con la vangatura per sopprimere erbe infestanti!

La pacciamatura consiste nel ricoprire il terreno con del materiale (in questo caso carta e fieno, ma anche foglie e altri scarti) al fine di impedire la crescita delle erbe infestanti, mantenere l’umidità del suolo e proteggere il terreno dall’erosione.

Grazie alla pacciamatura, inoltre, non è necessaria la rotazione tra piante, non sono necessari periodi di riposo, e le piante possono essere molto più ravvicinate – preferibilmente in aiuole miste e non filari regolari.

Prevedi infine di concimare utilizzando il letame dei tuoi animali, gli scarti di orto e frutteto, il compostaggio e il sovescio.

Grazie per essere arrivato fino a qui. Spero davvero di esserti stata utile, almeno un po’ … e a breve ti racconterò come sta andando il mio progetto. A proposito! Se ti è piaciuto questo articolo, metti un like sulla mia pagina Facebook. Non ti costa nulla, ma io saprò l’hai apprezzato. 

Fonti:

La rivoluzione del filo di paglia. Un’introduzione all’agricoltura naturale, di Masanobu Fukuoka, LaTerza Editrice Fiorentina, gennaio 2015 

Introduzione alla permacultura, Bill Mollison con Reny Mia Slay,Terra Nuova Edizioni, giugno 2014

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