Storie di oche: un giorno d’estate con Adelina e Gwenda

Sostiene Adelina

Che poi eravamo nell’ocaio. Me ne stavo tranquilla sdraiata a farmi i fatti miei mentre tenevo d’occhio il Gwenda che spruzzava acqua da dentro la nostra piscinetta. E’ grosso il Gwenda dicevo fra me e me. In questa nostra piscinetta o lui o l’acqua. Così stavo facendo quando mi sono accorta che stava per scendere Pinvi. Così mi sono posizionata davanti la porta, il Gwenda mi si è affiancato subito. E abbiamo cominciato a strillare. Strillare a più non posso. Che poi quando Pinvi parte per fare i sessanta metri che separano la casa e il portico dall’ocaio me ne accorgo subito. Così nel coro d’accompagnamento ci viene aperta la porta e usciamo. Prima stiamo un po’ lì per lì. Il Gwenda ragiona se è il caso di tirare qualche beccata oppure no. Nel contempo aspettiamo che escano anche le galline dal pollaio che sta proprio di fianco.

Poi via. Ricominciando a strillare ad ali aperte corriamo corriamo corriamo fin quasi al portico. E subito dopo a sciacquarci il becco nella ciotola d’acqua sotto l’ulivo. Siamo ancora sotto l’ulivo che arriva Koso con un innaffiatoio pieno di altra acqua nuova  la versa mentre Gwenda cerca di beccarlo. Un po’ la testa sotto l’acqua un po’ rumore di denti contro il ferro dell’innaffiatoio una manata leggera per spostarlo senza farsi beccare. Finiamo questo abituale rituale stando attenti che una qualche gallina non si avvicini per rubare acqua. Che ce n’è una che viene senza paura pure la più piccola. Comincio a gironzolare per il prato mangiando erbette. Gwenda mi segue. Mangia anche lui e intanto mi segue. Sempre mi segue.

Mi segue mi protegge fa la guardia fa il guardiano. E’ grosso e becca. Koso sta attento. Dopo che si è preso una beccata a una coscia sta attento. Gwenda non mollava. Che male. Per una spanna non gli ha beccato i coglioni ah ah ah. Se fosse un pugile Gwenda sarebbe un peso massimo. Ma se va avanti così…giovane com’è…lo passano lottatore di sumo. Di me invece dicono che sono bella col faccino dolce una principessina. Furbetta ma principessina. Dicono così dicono è Pinvi che lo dice. Insomma eravamo nel pratino di fianco casa che arriva Koso con dei pantaloni blu elettrico. Una specie di jeans chissà dove recuperati. Gwenda si è agitato l’ha puntato l’ha beccato e non lo mollava più. Io tanto per partecipare strillavo a distanza. Erbetta dopo erbetta decido di riposare un po’ sotto il portico. Che è estate e fa anche caldo. Ma Gwenda ha trovato un sacco di cemento ed è già impegnatissimo a rompere il contenitore di cartoncino e a mangiare cemento. Strano è strano. Ma sono sali minerali e ci fanno bene così come la terra e il fango. Così lo raggiungo e partecipo anch’io. Poi come già volevo fare mi stendo a riposo seguita dal Gwenda vicini vicini. Cerco anche di tenere gli occhi chiusi ma non è così semplice. Comunque il Gwenda riposa ma fa anche la guardia. Il Gwenda è una sicurezza.
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