Il giorno del gatto… il risveglio
Mi alzo dal letto, controvoglia. Voglia e controvoglia. Mi stiro, mi lecco, …sì, ok, mi alzo. Ma giusto perché si alzano, che fosse per me starei ancora un po’.
Tutto sommato è anche ora, c’avrei giusto giusto un po’ fame e al mattino mi aspetta quasi sempre una bella prima colazione…vediamo…tonno con aloe, tonno con kiwi…roba da matti cosa non si inventano!
Vabbè…ora mangiare ho mangiato, niente male. Ne tengo un po’ anche per dopo. Adesso invece mi faccio un bel giretto. Sempre che mi aprano, che mi aprano la porta, o la finestra…ohh…ecco che finalmente si sono decisi! Mi hanno vista.
Il giorno del gatto… il quotidiano
Così vado a vedere se c’è qualche novità. Mi piazzo un po’ vicina vicina a osservare: i soliti uccellini, le solite oche, i soliti polli. Insomma niente di particolarmente nuovo sotto il sole. Che oggi c’è pure il sole e fa caldo. No dico, per essere ancora inverno. Sembra primavera. La Mami lo chiama “cambiamenti climatici”. Boh.
E poi sto un pochino sotto la finestra. E poi sto un pochino sotto la macchina. E poi quasi quasi torno dentro.
Ottima idea, torno dentro!
Un saltino, finestra, mi faccio notare…aprite? Bene mi hanno vista. Di nuovo dentro. Mi bevo un goccio d’acqua che ho ancora la gola secca, due croccantini già che ci sono e via. Già mi annoio…aprite?
Che quasi quasi esco ancora.
Torno alla finestra e mi arrampico fino alla maniglia, ma è dura… non riesco ad aprirmi da sola…aprite? Miagolo per farmi notare, rimiagolo, e poi rimiagolo. Finalmente mi aprono.
Ed è così la mia mattina. Che bel gioco, loro si incazzano, ma io mi diverto. Esco, entro, esco, entro, esco, entro…e se ora tornassi a letto? Adesso rientro e torno a letto. Mi aprono…corro e mi arrotolo al calduccio rintanata fra le coperte. Dormo? No, non ho sonno. Faccio finta e dormo con un occhio aperto. Rumori. La solita TV. Piatti. Bollitore. Tazzine. Scarpe?
Il giorno del gatto… l’amore
Mi sembrava rumore di scarpe! Infatti mi brancano e mi riportano in sala. Ok, l’hanno voluta, adesso rompo un po’ le scatole …salto su Mami, unghie rigorosamente infilate nelle cosce, due grida, Yoda, cazzo! (che Yoda sono io) …e arrivano le coccole…io quelle volevo.
Comunque io sono Yoda. Sono arrivata dalle Hawaii a Milano dopo un lungo viaggio di ventiseiore in aereo, con tanto di passaporto e un sacco di permessi speciali, tra cui quello di stare sempre in braccio alla Mami durante il viaggio. E poi tante altre peripezie che non ricordo più.
Vita nuova, mondo nuovo, gente nuova. Pure la lingua era nuova! Prima parlavano tutti con in bocca il chewingum e adesso no. Io ad ogni modo capisco sempre tutto, e lo capisco prima!
Ad esempio, capisco che ogni tanto si parte perché i miei umani si agitano, tra borse e frigorifero. Prima mi imboscavo, adesso mi preparo, che c’ho la mia cuccia da viaggio e se si va da qualche parte mi faccio trovare pronta così non mi dimenticano.
Su e giù. Arriviamo e ripartiamo. Un’abitudine. Siamo appena arrivati e czz…si riparte. Mi chiudono e mi portano…ffuui…andata! Siamo in macchina e io viaggio fra i piedi, quelli del passeggero, …che noia però stare chiusa.
Ad ogni modo l’importante, alla fine, è tornare sempre a casa. Tornare nel mio mondo preferito. La campagna: tra natura, libertà, prati verdi e uccellini. E anche quelle oche rumorose. Poi c’è pure un altro gatto, mezzo randagio. Ne farei volentieri a meno ma mi tocca. Ed è pure un maschio. Maschio e prepotente con me, che sono una signorina ben educata. Una volta mi ha morso e sono finita al pronto soccorso!
Comunque oggi è festa, e non voglio fare polemica. E’ la mia festa. Il giorno del gatto e il compleanno del Papi.
Mami fa torte e io faccio fusa. Poi decido…forse esco. Esco. Entro. Esco, entro, esco, entro, esco. Boh, si vedrà.
Di me dicono che sono bella, col faccino dolce, una principessina. Furbetta, ma principessina. Dicono così dicono, è Pinvi che lo dice.